Il romanzetto politico di Ingroia, gli euro-intellò al tempo di Internet Per indignarsi ci sono sempre ragioni sufficienti. Soprattutto ragioni morali, o meglio di immoralità pubblica. Ci si indigna contro il ceto politico perché gode di privilegi che non merita, perché non sa governare o lo fa a proprio vantaggio. Ci si indigna per le disuguaglianze sociali, soprattutto quando crescono. Ci si indigna quando ci vengono chiesti sacrifici da uno stato che comunemente ci ignora e ci vessa con una burocrazia inefficiente, con leggi o mal concepite o male applicate e normative incomprensibili. Alfonso Berardinelli 08 FEB 2013
La Francia non sa più scrivere romanzi, fa saggi inutili sui “capolavori” A Parigi qualcuno si è chiesto che cos’è un capolavoro letterario e per rispondere ha scritto un libro. La notevole notizia ci viene da Stefano Montefiori, corrispondente nella capitale francese del Corriere della Sera, il cui supplemento libri di domenica scorsa si apre con un’intervista a Charles Dantzig, “affermato scrittore ed editore che a 51 anni ha deciso di dedicare un erudito saggio all’idea di capolavoro”. Da tempo la cultura francese dà segni evidenti di non sopportare più il suo recente glorioso passato ipercritico e paranichilista, che la portò mezzo secolo fa, a incarnare il culmine teorico, filosofico e antifilosofico, di ogni possibile e pensabile avanguardia. Alfonso Berardinelli 04 FEB 2013
Capricci storici "Only connect”, soprattutto connettere, cercare nessi e nient’altro: questa parola d’ordine, o precetto, o sfida con cui deve misurarsi lo scrittore di romanzi secondo Edward M. Forster, l’autore di “Casa Howard”, vale anche per il più modesto lettore di giornali. Tale personalmente sono, in mancanza (o per rifiuto) di fonti informative socialmente privilegiate o tecnicamente innovate. I giornali sono diventati un paradosso. Una volta sembravano il simbolo dell’effimero, oggi si leggono come testi tradizionali. Stampati su carta, non ignari di ortografia, punteggiatura e sintassi, scritti a volte con evidente passione letteraria, io faccio fatica a liberarmene. Alfonso Berardinelli 07 GEN 2013
Vedi alla voce Berlusconi, il nonsenso e il senso comune italiano Abbiamo a tal punto abusato del nome Berlusconi in questi ultimi vent’anni, che devo fare forza a me stesso per pronunciarlo. Il nome Berlusconi è il “buco nero” del discorso politico italiano (e anche europeo). Una volta che si cede alla tentazione di usarlo, si smette di pensare credendo, invece, di spiegare tutto. Quell’uomo è l’evidenza, ma anche l’assurdo. E’ il senso comune italiano, ma anche il nonsenso italiano: due cose di cui la politica ha bisogno e si nutre. Alfonso Berardinelli 20 DIC 2012
Nel paese umiliato e intimidito il capo di stato legge Montale L’altra sera (non succede spesso) ho sentito a casa di amici il nostro presidente Giorgio Napolitano parlare di libri e di poesia e non di crisi politica e di elezioni. Ha detto di aver trovato un bravissimo rilegatore e di essersi fatto rilegare i libri di poesia di Montale: nel primo, “Ossi di seppia”, ha ritrovato alcuni versi da lui molto amati: “Non domandarci la formula che mondi possa aprirti” ecc. Quali siano i rapporti che un politico può avere con la poesia, è per me un mistero. Alfonso Berardinelli 16 DIC 2012
I saggi brevi di Elsa Morante ovvero il gioco della ricerca della verità Si sta concludendo, con la pubblicazione da Einaudi dell’epistolario a cura di Daniele Morante e con una serie di incontri, letture e convegni, il centenario della nascita di uno dei maggiori scrittori del Novecento, l’autrice di “Menzogna e sortilegio”, dell’“Isola di Arturo” e della “Storia”, i suoi libri più famosi. Elsa Morante è uno dei pochi geni narrativi della nostra letteratura novecentesca, che con la forma-romanzo ha avuto non poche difficoltà e inibizioni. Alfonso Berardinelli 11 NOV 2012
Le interviste a Calvino, che scriveva per celarsi e ai giornali si svelava Sì, certo, la letteratura. Ma i diari, le lettere, le autobiografie, le interviste, a volte sono meglio. Nella letteratura ci sono troppe intenzioni, troppe ambizioni, troppe finzioni: e non sempre le finzioni sono capaci di tenere in piedi un mondo sia ipotetico che reale in cui valga la pena di aggirarsi. A volte le finzioni sono truffe. Leggere per esempio le interviste in cui Calvino è costretto a parlare di sé è interessante non meno che leggere le sue opere di invenzione. Alfonso Berardinelli 03 NOV 2012
Nostalgia di Henry Miller, che crede nella vita più del Joyce dell’“Ulisse” Quando sento applausi scroscianti per l’“Ulisse” di Joyce, mi viene subito nostalgia di Henry Miller. Questo giornale ha recentemente festeggiato, se non celebrato, la nuova traduzione, leggendaria prima di essere uscita, che Gianni Celati ha fatto dell’“Ulisse”. Lunghi anni di duro, appassionante lavoro. Una specie di impresa eroica, insomma, un atto di devozione alla letteratura e a uno dei quattro o cinque autori che nel Novecento hanno rappresentato in prima persona che cos’è e deve essere la letteratura. Alfonso Berardinelli 30 OTT 2012
Ci vuole Melville per smontare il nichilismo di David Foster Wallace Ho sempre avuto l’impressione, anzi la certezza, che un gruppo di turisti americani di fronte al “Davide” di Michelangelo vedesse qualcosa che li riguarda e che noi europei non vediamo più. L’umanesimo americano, il culto americano dell’eccezionalità e del genio, l’individualismo superlativo, in quel famoso e misterioso paese, un tempo così anomalo e oggi così esemplare nella sua epica di nazione-culmine dell’occidente, fanno pensare alla fusione di gigantismo umanistico e visione biblica, che forse nessuno, in Europa, ha messo in scena come Michelangelo. Alfonso Berardinelli 27 OTT 2012
Giovanotti Armani, mister buchi neri e altri eroi dei nostri tempi Sembra che i magazine illustrati si siano dati soprattutto uno scopo: quello di sollevare l’umore dei lettori depressi. Dopo avere letto e sfogliato i giornali, il pessimismo sullo stato del mondo e sulla natura umana si fa opprimente. Niente di più edificante, allora, che somministrare a se stessi, come antidoto, le pagine di un supplemento pieno di foto. Qui domina lo stile, la bellezza ci consola, l’eleganza ci accarezza, il successo ci riconcilia con la vita. Ecco una serie di giovanotti Armani, seguiti da altri giovanotti Dior, da un paio di bei tipi Prada. Alfonso Berardinelli 07 OTT 2012